lunedì 30 ottobre 2017

Lei di Mariapia Veladiano






Lei di Mariapia Veladiano è il racconto in prima persona di Maria, la ragazzina che dice sì all’angelo inviato da Dio, anche a nome del suo futuro sposo, Giuseppe, partorisce Gesù, lo cresce, lo vede percorrere la strada che lo porterà alla morte, ne accoglie il corpo deposto dalla croce, viene raggiunta dalla notizia della resurrezione. 

Libro splendido – con capitoli in poesia: ma poetico, anche nelle parti in prosa – Lei entra nelle pieghe di un animo che obbedisce, ma in maniera mai passiva, che vede il calice avanzare, ma lo vorrebbe fermare, che sperimenta il dolore della morte di un figlio come eterno.

La sua intera vita esposta al vento della grazia, diventata storia di tutte le voci che l’hanno percorsa, disincantata rispetto al culto che i secoli le hanno tributato, Lei è una donna che si interroga: vicina a tutte le altre nei dubbi, nelle incertezze, nelle paure e nelle gioie.

Teologa, Mariapia Veladiano, ha scritto questo testo tenendo conto del sapere che la sua formazione le dà, ma, soprattutto con quella sapienza del cuore che è dono divino: respiro che matura con la vita, ma la trascende.

Un libro che, per il lettore attento, continua dopo la parola fine.

Microstorie: La danza delle virgole





Come la danza delle virgole nere davanti agli occhi che non si potevano stringere tutte in un pugno (non che avessero la forma, perfetta, delle virgole: erano contorte, rattrappite, frastagliate, ma non sapeva come altro chiamarle) – le sfuggivano i sogni.

Per qualche mese, Anna s’era data un compito. All’alba, prima ancora di far colazione, appuntare chi e che cosa, di notte, aveva abitato la sua mente.

Sognava più di quanto pensasse. Buona parte dei sogni legati a persone ed ambienti di lavoro (ma, questo, già lo sapeva), tralci del recente passato, qualche piccola premonizione (la stupiva aver sognato di camminare su una salita d’olive qualche giorno prima che più d’uno le parlasse della buona raccolta dell’anno).

Più spesso non ricordava. Molte mattine in cui non ricordava nulla. Altre in cui ricordava come, di notte, s’era ripetuta il sogno da cui s’era appena risvegliata e anche all’alba, ancora nel tepore del letto, ripensava ciò che doveva trascrivere, ma un istante dopo, mentre, a tastoni, prendeva la biancheria, ogni immagine, ogni parola s’era già volatizzata. E le restava solo un senso vago, come di acquarello evanescente, un calore del cuore, un respiro trattenuto.

Che l’ovatta della casa – tutta buia e silenziosa – conservava ancora un poco, finché la mente riprendeva contatto con le responsabilità del giorno.

sabato 28 ottobre 2017

A dicembre torna Pellaro – Libri, versione invernale







Ti piace ‘o presepe? Il Natale nella letteratura.

Sarà l’argomento dell’incontro di Pellaro-Libri che tornerà, a dicembre, in versione invernale. 
(I particolari nelle prossime settimane).

Le parole piene di autori calabresi, italiani ed europei ci accompagneranno alla (ri)scoperta del senso luminoso di una festa che, da gioiosa celebrazione religiosa (la più dolce e tenera dell’anno, così ricca di atmosfere familiari) si è trasformata in una sorta di compulsiva e ipocrita maratona shopping &cibo. 

Ma che, ciò nonostante, ha (è) tuttora un’infinita ricchezza che si regala a tutti gli uomini di buona volontà, credenti o no, che ne accolgano, con stupore, il senso di luce nella notte, calore nel gelo, vita che sempre rinasce

Perché gli uomini, come diceva la filosofa Hannah Arendt, anche se devono morire, non sono nati per morire, ma per incominciare.