domenica 30 novembre 2014

Avvento





Comincia l’Avvento.
Ed è già grazia
voler attendere.

Arrivare a Natale
imparando
ad aspettare non la morte
ma la vita.


giovedì 27 novembre 2014

Donne, uomini e libri






Dall’inizio del 2014 ad oggi, ho letto per piacere (ovvero escludendo testi che, per lavoro o altro, ho dovuto leggere) 48 libri: 28 scritti da uomini, 20 da donne. 

Quello che sto leggendo, il 49°, è di una donna che, per i gialli, usa uno pseudonimo maschile (Robert Galbraith, ovvero J.K. Rowling).

Insomma, scelgo cercando testi che – dal tema, dalla trama, dal titolo, dalla copertina, da qualche recensione – penso mi possano interessare. Che siano scritti da un uomo o da una donna lo considero un elemento più accessorio che secondario.

Quando, per un qualche motivo, ho bisogno di ritrovarmi, mi affido a due libri molto diversi tra loro, uno di una donna, Jane Austen, Persuasione e l’altro di un uomo, Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa.

Non mi sembro, quindi, in linea con la ricerca inglese, di cui tratta oggi Enrico Franceschini su Repubblica, secondo cui le donne leggono soprattutto libri di donne e gli uomini libri di uomini. 

E sono convinta che, almeno dalle nostre parti, ci siano più donne che leggano libri scritti da uomini che uomini che leggano libri scritti da donne (e poiché sono le donne a leggere più degli uomini, questo è uno dei motivi perché si leggono, in generale, più libri di uomini che di donne).

lunedì 24 novembre 2014

Samantha e Valentina nel blù punteggiato di stelle






Avevo undici anni, quando nello spazio ci andò Valentina Tereškova. 

Il cuore battè forte per lei, come aveva già fatto, tre anni prima, per Jurij Gagarin e, prima ancora, per la cagnetta Laika.

Era bello e misterioso quel loro girare insieme alle stelle. 

E, anche negli anni seguenti, me li immaginavo, sia lui e lei, non solo belli, ma proprio perfetti, l’incarnazione di quell’ideale del kalos kagathos che cominciava, col greco, ad affacciarsi nella mia vita.

C’è un particolare fastidioso nella mia memoria su Valentina Tereškova. Su un giornale cui mia madre era abbonata apparve (non so l’anno) una foto con una didascalia che trovai stupida. Non ricordo le parole esatte, ma il senso era: “E’ andata nello spazio, ma, se vuole un figlio, deve tornare sulla terra”. Come se la maternità fosse la giusta diminutio d'aver tanto osato..

Dopo più di cinquanta anni, nello spazio ci va una donna italiana.

Stavolta, le immagini e le notizie sono così continue che, più che immaginarla può sembrare quasi di conoscerla.

Resta che è bellissimo quel suo sorriso nel cielo. 
Arricchisce la bellezza del blu notte punteggiato di stelle.